NOTIZIE FEUDALI. - Un diploma del 1079
attesta l'esistenza di Gildone. Siffatto diploma si riferisce ad una donazione
dì Rao Falco Graone " de genere francorum" consaguineo
di Nubulone signore di Gildone alla chiesa di S. Maria Decorata (compresa
nel feudo di S. Andrea) fondata dallo stesso Nubolone; e si nota che la
donazione era fatta " ad petitionem et preces antedicti Domini Nubulonis
consanguinei " sui, etc." (192).
Altro feudatario longobardo fu Ragone, il cui nome è tramandato
da un diploma di donazione in favore del monastero di S. Maria Decorata
annesso alla chiesa omonima.
Il periodo normanno e l'epoca sveva non offrono tracce relative a Gildone;
non cosi il tempo angioino, poichè nel "Liber Donationum Regi
Caroli" è riportato qual titolare per Gildone e Ielsi Bertrando
di Belmonte.
In prosieguo Gildone venne assegnata con titolo comitale alla famiglia
Sanfromondo, della quale diamo i ragguagli storici nella mon. di 13oiano
nel III volume. Ignoriamo quanto tempo tale famiglia ne restasse in dominio:
pare, però, indubitabile che Francesco Sanfromondo ne fosse l'ultimo
titolare nel 1334.
Il Sanfromondo, invero, in tale anno vendè il feudo ad Oddone
Seeriano, della nobile famiglia regnicola ascritta al Seggio di Porto
(da noti confondere con la famiglia di Sanseverino) avente ad arma un
campo partito: rosso nel terzo superiore con tre gigli di Francia di oro,
nei due terzi inferiori compartito di onde di oro e di azzurro
Di tale famiglia sono noti a noi due soli titolari per Gildone: Oddone
e il figlio Riccardo, che ebbe a consorte Maria Pipino prole del Conte
di Nocera.
Nel periodo durazzista — se al tempo di Carlo III o in quello di Giovanna
II non sappiamo — Gildone apparteneva alla famiglia Gambatesa comitale
di Campobasso, che ne fu signora insino al 1465.Nel periodo durazzista
— se al tempo di Carlo III o in quello di Giovanna II non sappiamo
— Gildone apparteneva alla famiglia Gambatesa comitale di Campobasso,
che ne fu signora insino al 1465.
Nel 1465, devoluta Gildone al demanio, vi rimase giacente fino al 1467,
ed in tale anno — insieme con Ielsi — fu concessa in feudo
ad Al-berico Carafa duca d'Ariano, della cui prosapia forniamo le notizie
sto-riche ed araldiche nella mon. di Forli nel III volume. Alberico Carafa
(discendente dell'acquirente omonimo) nel 1586 vendè il feudo ad
Ottavio Mastrogiudice col diritto del retrovendendo.
Ottavio Mastrogiudice, marchese di Santo mango, tenne in dominio Gildone
poco tempo, poichè Alberico la riscattò nel 1590. Alberico
Carafa ebbe a successore il fratello Diomede: il quale, essendo Tesoriere
del Regno ed enormemente indebitato con la R. Corte ed inadempiente, ebbe
il sequestro dei feudi.
Esposta all'asta Gildone, nel 1604, venne aggiudicata a Salvatore di
Stefano, della cui famiglia sono noti quattro titolari pel feudo:
a) Salvatore, acquirente.
b) Francesco primogenito, vivente nel 1650, secondo attesta il d'Urso
(193).
c) Ottavio, figlio di Francesco, in vita nel 1700.
d) Francesco, unicogenito d'Ottavio, deceduto nel 1727 senza eredi.
Gildone fu devoluta al demanio, e data tosto in feudo a Malizia Carafa,
del quale trattiamo con qualche diffusione nella mon. di Campolieto.
(La morte dell'ultimo dei di Stefano diede luogo ad una contesa giudiziaria
intentata avverso il Fisco dalla contessa di Presicce donna Beatrice
Capece, erede del di Stefano pei burghensatici parimente incamerati
dal Demanio. La Capece mori nel 1758, e le sue ragioni vennero ereditate
dal marchese Antonio Guindazzi. La causa andò tanto in lungo
da finire poi innanzi alla Commissione Feudale).
Quanto tempo rimase Gildone nella rinnovata signoria feudale dei Carafa?
Non possiamo dare date precise: sappiamo, nondimeno, dal Sacco (194) che
Gildone nel 1795 era terra regia.
Con diploma del gennaio 1798, Ferdinando IV conferiva Gildone in feudo
al principe di Belmonte Don Antonio Pignatelli, dell'insigne famiglia
di cui estendiamo le notizie storiche e nobiliari nella mon. di Colletorto
nel IV volume: e ciò in attestato di sovrano compiacimento pel
trattato di pace del 10 ottobre 1796 stipulato dal medesimo a Parigi.
La missione diplomatica del principe di Belmonte era durata cinque mesi,
dal maggio all'ottobre (195).
Il Candida Gonzaga (196) — senza indicazione dell'epoca —
annoera Gildone fra le terre feudali della famiglia di Raho, della quale
trattiamo nella mon. di Caccavone nel III volume. Diamo la notizia a titolo
di curiosità.
NOTIZIE ECCLESIASTICHE. - Gildone appartiene alla diocesi di Be-nevento.
Consta d'una sola parrocchia sotto il titolo di S. Sabino, vescovo e martire,
ch'è pure il patrono del Comune, e la cui festa viene celebrata
annualmente il 1° agosto.
Le chiese sono: S. Sabino. — È la parrocchiale, d'antichissima
costruzione. Nel 1690, in occasione dei restauri che ne furono compiuti,
venne consacrata dal cardinale Orsini il 15 agosto: e fu prescritto dall'illustre
porporato, che poi ascese il soglio pontificio, che del fausto evento
si celebrasse ogni anno la ricordanza il giorno 3 settembre. Si compone
d'una sola nave, la cui superficie non supera 300 metri quadri. Comprende
cinque altari, il più antico dei quali porta la data del 1656.
S. Rocco. — Cappella che si direbbe fondata all'inizio del secolo
se l'epoca della costruzione si potesse desumere dalla data dei due altari
che ne sono ornamento: il 7 luglio 1709. Nel 1784, in virtù del
R. Rescritto 29 dicembre, essa divenne sede delle due Confraternite locali,
dedicate al SS. Sacramento al SS. Rosario.
S. Antonio abate. — È incerto se sia stata edificata nel
1703, o sol-tanto restaurata. Ciò che si sa bene è che in
tale anno — 18 giugno — enne consacrata dal cardinale Orsini.
L'unico altare che l'adorna è sor-montato da un trittico perpendicolare,
avente nella lunetta il Redentore crocifisso guardato dalle Marie: nel
mezzo la Madonna col Bambino adorati da S. Antonio Abate e da S. Antonio
di Padova: in basso, la Cena. Nella faccia divisionale fra la lunetta
e il quadro centrale, è scritto: / Ad me oculos ad quam designo
dirige mentem / MDXXXXII /. Il Campensa, cui dobbiamo queste notizie,
ritiene il quadro centrale opera d'un pittore secondario della Scuola
umbra del quattrocento, e che la data sia stata messa in occasione del
trasporto di esso nella Chiesa, o per ricordo di qualche restauro cui
andò soggetto.
S. Martino. — Costruita nel 1738 (insieme con un piccolo romitorio
che è annesso) da tal Martino Speranza ricco proprietario di Gildone.
È a distanza di oltre mezzo chilometro dall'abitato.
S. Maria a Quadrano. — Questa cappella è ubicata nell'ex-feudo
di Quadrano, epperò ne porta il nome. Nel 1722 venne notevolmente
re-staurata ed ampliata a divozione di Matteo ed Antonio del Vasto, gildo-nesi;
e di recente ritoccata e decorata mercè l'obolo dei fedeli. È
distante dall'abitato circa 4 chilometri.
S. Maria di Costantinopoli. — Edificata nel 1729, in contrada ru-stica
Tornavento, a distanza di circa 300 metri dall'abitato.
S. Maria delle Grazie. -- Dista dall'abitato poco più di 200 metri,
e fu consacrata dal cardinale Orsini nel 1711.
Le serie degli arcipreti: Bonaccio Simeone di Toro (1597-98): Chiovitto
Giulio (1598-1607): Fratino Andrea (1607-49): Chiovitto Lucio (1649-79):
Cicchetti Antonio (1680-99): Campensa Giuseppe (1700-47): Campensa Domenico
(1747-63): Campensa Giuseppe (1764-90): Virgilio Francesco Maria (1790-1817):
Del Vasto Domenicantonio (1818-43): Farinaccio Giuseppe (1843-66): Del
Balso Pasquale (1868-71): Virgilio Girolamo (1874-81): Colicchio Angelantonio
(1882-92): Leone Domenico (1892-19..
NOTIZIE AMMINISTRATIVE. - Gildone fu pertinenza della Capitanata, e forse
prima del 1806 non era mai appartenuta al Contado di Moli-se. Nel 1799
venne compresa nel Dipartimento del Sangro e nel Cantone di Riccia. La
sua annessione al Molise dipese dal R.D. 25 dicembre 1806, quando il Governo
di Ielsi (in cui Gildone era compresa) fu staccato dal Distretto di Foggia
ed assegnato a quello di Campobasso. Da quell'anno Gildone rimase sempre
nella circoscrizione del Go-verno (poi Circondario) ed ora Mandamento
di Ielsi. Dal 1892, per R.D. 31 luglio che sopprimeva il Mandamento giudiziario
di Ielsi, Gildone fa parte del Mandamento giudiziario di Campobasso.
Il Municipio è in sede di proprietà comunale negli antichi
locali che un tempo formavano l'Ospedale: il quale era stato ampliato
e restaurato per iniziativa del cardinale Orsini nel 1724. Il Comune per
siffatti locali corrisponde un annuo canone di L. 100 alla locale Congregazione
di Carità.
Le serie dei Sindaci:
Farinaccio Giacomo (1809): Del Vasto Nicola (1810-14): Ricciardi Pietrangelo
(1815-16): Luciano Michelangelo (1816): Serafini France-scantonio (1817-19):
Luciano Michelangelo (1820-21): Di Chiccio Bar-tolomeo (1822-24): Speranza
Michele (1824-31): Speranza Gaetano (1831-32): Perrotti Antonio Maria
(1838-36): Mendozzi Giuseppe (1836-40): Del Vasto Nicodemo (1840-12):
D'Elia Giuseppe (1842-49):
Del Balzo Francesco (1849-52): Del Vasto Michele (1852-56):
Farinaccio Domenico (1856-57): Di Lillo Nicola (1858-60): Campensa Aurelio
(1860-68): Perrotti Giovannicola (1869-83): D'Elia Ferdinando (1883-85):
De Chicchio Giovanni (1885-86): Vitale Michele (1887-88): Speranza Francesco
(1890-95): Del Vasto Domenicantonio (1895-97): Germano Domenico (1897-99):
Campensa Domenicangelo (1900-07): Bonomo Gaspare (1908-..
Del Balzo Francesco (1849-52): Del Vasto Michele (1852-56): Farinaccio
Domenico (1856-57): Di Lillo Nicola (1858-60): Campensa Aurelio (1860-68):
Perrotti Giovannicola (1869-83): D'Elia Ferdinando (1883-85): De Chicchio
Giovanni (1885-86): Vitale Michele (1887-88): Speranza Francesco (1890-95):
Del Vasto Domenicantonio (1895-97): Germano Domenico (1897-99): Campensa
Domenicangelo (1900-07): Bonomo Gaspare (1908-..
COLLEGIO ELETTORALE. - Gildone fa parte del Collegio di Riccia dal 1861,
e sempre di questo è stata pertinenza tranne che nel breve periodo
dal 1882 al 1891, in cui fu compresa nel Collegio Campobasso 1.
AGENZIA DELLE IMPOSTE. - Campobasso.
UFFICIO DEL REGISTRO. - Campobasso.
ISTRUZIONE PUBBLICA. - Il Comune annovera tre classi elementari maschili
e tre femminili, rette da quattro insegnanti d'ambo i sessi. La spesa
annua complessiva ammonta a L. 5.100.
POSTA E TELEGRAFO. - L'ufficio postale venne impiantato nel 1884. L'ufficio
del telegrafo nel 1890.
ISTITUZIONI ECONOMICHE E DI BENEFICENZA.
* Cassa di Prestanze agrarie. — Non ancora è in funzione;
ma dispone d'un capitale di L. 3.000 proveniente dalla liquidazione del
Monte Frumentario, e depositato sulla Cassa Postale di Risparmio. Nel
1902 la rendita dell'ente ascendeva a L. 56,06 gravata di L. 2,50 di contributo
alla Provincia.
* Congregazione di carità. — Dispone d'una rendita mista
di circa L. 900 fra moneta e generi cereali, sulla quale corrisponde alla
Provincia il contributo di L. 39,98.
ILLUMINAZIONE PUBBLICA. - A petrolio, dal 1870. Si stanno facen-do pratiche
per l'illuminazione ad energia elettrica.
CIMITERO. - Fu costruito nel decennio dal 1851 al 1860, a distanza minore
d'un chilometro ed in località più alta dell'abitato. Venne
poi ampliato nel 1882 su progetto del geom. Giuseppe Massimo con una spesa
di circa L. 3.000. Contiene una sola cappella gentilizia di proprietà
della famiglia d'Elia, conforme il progetto redatto dall'ing. D. Campensa.
EX-FEUDI NELL'AGRO ATTUALE.
* Quadrano. ----È ubicato nella zona meridionale dell'agro gildone-se,
nel quale sorge la cappella di S. Maria, che è detta ora ufficialmente.
S.Maria dell’Assunta, e nei primi secoli portava il nome di S.
Maria Decorata, fondata dai Benedettini nell'XI secolo. L'ex-feudo venne
reintegrato in parte al Comune con sentenza 5 giugno 1810 della Commissione
Feudale. Il Comune, finora, ha dato le terre di Quadrano in fitto; ma
dovrà forse deliberarne la concessione in enfiteusi analogamente
a quelle di S. Andrea.
* S. Andrea. — Antico feudo boscoso, situato a sud-ovest dell'agro
comunale, in confine con gli agri di Cercemaggiore (prov. di Benevento)
e di Mirabello. Esso nel 1593, con atto del 31 agosto, fu venduto da Alberico
ad Oliviero Carafa, facendo salvi ai cittadini i diritti di acquare, pascolare
e pernottare.
Un tempo sorgeva in esso un casale, nelle cui adiacenze era stato costruito
nel secolo XIV un Convento di Agostiniani, a divozione di Geronimo Carafa
signore titolare di Gildone. Questo Convento fu abbattuto dal terremoto
del 1805, ed attualmente ne sono ancora visibili i ruderi che attestano
la sua cospicuità tramontata.
• La Commissione Feudale, con la sentenza anzidetta, decise la
reintegra parziale di S. Andrea in favore del Comune, riconoscendo su
di una parte non minore il diritto degli eredi del feudatario.
CRONACA LOCALE. * 1909. — Impianto dell'orologio pubblico, fornito
dalla ditta Curci di Napoli, in sostituzione della vecchia macchina che
ricordava del secolo scorso.
* 1911. — il 4 agosto viene inaugurato l'acquedotto costruito dall'impresa
Ing. Cesare Palomba, sotto la direzione dell'ing. Filippo Vitale: quale
acquedotto conduce nell'abitato l'acqua della sorgente di Cisternola che
dà tre litri a secondo. Esso ha importata una spesa d'oltre L.
30.000, nonostante che l'autore del progetto — il concittadino ing.
Domenicangelo Campensa — avesse rinunciato al debito compenso.
BIOGRAFIA.
Domenicantonio Del Vasto. — Nato in Gildone il
12 aprile 1836 da Nicodemo ed Orsola del Salso, vi morì il 19 marzo
1900. Compiuti gli studi nel Seminario archidiocesano di Benevento, fu
ordinato sacerdote; ma nel 1861, dismesso l'abito ecclesiastico, si stabili
a Napoli. Nel 1877 venne eletto Consigliere Provinciale del Mandamento
di S. Croce del Sannio (prov. di Benevento), e fu pure Deputato Provinciale
per qualche tempo. Nelle elezioni generali a scrutinio di lista per la
XV Legislatura — indette il 29 ottobre 1882 — risultò
eletto Deputato al Parlamento nel Collegio di Campobasso I; ma non prese
parte attiva nella politica parlamentare, e nei Comizi successivi per
la XVI Legislatura restò succombente con 4304 voti. Ritiratosi
nella nativa Gildone nel 1888, per curare la malandata salute, occupò
le cariche prime di Conciliatore e poi di Sindaco, lasciando buona ricordanza
di sè per solerzia, equità, ed il più alto disinteresse.
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