Cenni su Gildone in Italia

Il paese sorge in una zona collinare; il paesaggio è quello tipico della collina molisana: campi coltivati che si alternano con appezzamenti incolti e boschi che ricoprono una buona parte di territorio. In epoca sannitica, come è attestato dal ritrovamento di una necropoli nell'agro comunale, il territorio di Gildone era già abitato; l'attuale comune, poi, prosperò con l'immigrazione degli abitanti dei feudi di Quadrano e S. Andrea, trasferiti per motivi ignoti. Nel corso dei secoli anche questo paese vide l'alternarsi di diverse famiglie al potere, sino al termine della feudalità. Poche e non sempre attendibili sono le notizie disponibili riguardanti l'etimologia del nome. Nel catalogo Borelliano del XII il nome era Celidonia, di seguito fu Geldoniam, poi Cedrone e nel XVIII secolo Gildone.

Il Santo patrono è San Sabino che si porta in processione il 1 Agosto.

Altre feste ricorrenti nel comune sono: La festa di Sant'Antonio con la caratteristica processione con il pane; La festa in onore alla Madonna delle Grazie è senza dubbio la festività più sentita dai gildonesi, che viene portata in processione il 5 Agosto, giorno della festa; secondo una leggenda pare che un quadro raffigurante la Madonna sia stato ritrovato misteriosamente in un pozzo del comune di Casal vecchio di Puglia, che hanno come santa prottetrice la Madonna delle Grazie, quindi una devozione comune trasformata negli anni da pellegrinaggi reciproci.

Sagra dei peperoni che avviene ogni anno il 15 e 22 Agosto presso la Cappella di Santa Maria a Quadrano, località sempre nel comune di Gildone;

Gildone è un comune di 853 abitanti nella Regione Molise a 10 Km da Campobasso.

Altitudine: 608 m.s.l.m.
Con una superficia di: 29 Km2
Densita: 30,48 ab/Km2
Codice postale: 86010
Prefisso: 0874
Targa : CB



Popolazione dal 1861 al 2001

Nelle immediate vicinanze del paese sono presenti un sepolcreto e una fortificazione di epoca sannitica.

La fortificazione di Gildone
Sorge nell'altura denominata "Montagna" che ha la quota massima di 902 metri s.l.m. Il circuito delle mura si segue in maniera discontinua; esso racchiude sia il pianoro superiore sia zone piuttosto accidentate, specialmente sul lato orientale e nord-orientale, da dove si gode un'ottima vista sulla valle del torrente Carapelle (affluente di destra del torrente Tappino, quest'ultimo affluente del fiume Fortore) e sul percorso del tratturo Castel di Sangro-Lucera.

La fortificazione di Gildone

Il sepolcreto sannitico di Gildone

Descrizione
Il piccolo nucleo di sepolture (23 tombe) è ubicato in località Morgia della Chiusa ai limiti di un piccolo pianoro che a nord/nord-est degrada verso la vallata di Gildone. Le tombe occupano un'area stretta ed allungata e si presentano in tre raggruppamenti che possono far pensare non a momenti successivi di deposizione ma a nuclei intenzionali (familiari, ad esempio). Le tombe sono tutte a fossa, senza copertura (ma un segnacolo esterno doveva esserci, dal momento che non vi sono casi di sovrapposizioni), riempite di terra e pietre; un caso certo ed uno dubbio avevano copertura "a cappuccina", cioè con tegole disposte in modo da formare un tetto a due spioventi. Lo scheletro è disteso supino talora con testa reclinata. Nel rituale funerario non vi sono variazioni di rilievo: la maggior parte delle tombe presenta uno o due vasi deposti ai piedi, in quelle di bambini (due casi) è chiaro il rito della frantumazione rituale dei vasi, in un caso (quello della tomba a cappuccina) il vaso (diverso dagli altri, trattandosi non di coppe o bacini ma di un vasetto per profumi) è posto sotto la testa; in due casi si osservano tracce di legno, che lasciano presupporre l'uso di tavole per il piano di deposizione o per protezione superiore del corpo. Le tombe maschili sono caratterizzate da un piccolo coltellino posizionato sulla spalla, da rasoi, da piccole asce, in tre casi da cinturoni di bronzo e in tre casi da punte di giavellotto. Le tombe femminili hanno le fibule (i fermagli per i vestiti) sia di bronzo che di ferro, talora con decorazione a filigrana; un solo individuo (la defunta della tomba a cappuccina), ha due anellini di ronzo, uno per mano. Sul limite sud-est del sepolcreto c'era un piccolo edificio costruito quando l'uso del sito a tombe era agli inizi; esso era probabilmente destinato ai riti connessi con la sepoltura ed a quelli praticati nelle ricorrenze dei defunti.

Le tombe occupano uno spazio cronologico tra la fine del V e gli inizi del III secolo a.C.

Le analisi antropologiche permettono di definire anche l'età dei defunti e gli stress nutrizionali e da attività lavorativa. A Gildone si registra un'alta mortalità nel periodo giovanile soprattutto tra i maschi; nelle classi adulte fino a 50 anni prevale la mortalità femminile con una presenza molto bassa di donne dopo i 50 anni. L'età media degli adulti è di circa 40 anni, 36 per le donne; gli infanti rappresentano una percentuale molto bassa (il 13%). La presenza di patologie dentali è molto alta specie nelle donne, indicata dagli studiosi come una conseguenza di malnutrizione, con un forte consumo di carboidrati e basso uso di carne, condizione tipica di comunità dedite all'agricoltura. Nel campo delle lesioni da attività lavorative le articolazioni più colpite sono quelle dell'anca, della spalla e del gomito; gli studiosi associano l'artrite al gomito delle donne alla macina dei semi. Tali lesioni sono presenti sia negli uomini che nelle donne, dediti in generale ad attività dure e pesanti, svolte già in età giovanile.


Il sepolcreto sannitico di Gildone

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